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Incontro con "Associazione Pesciolino Rosso"

LeRiVe un acronimo che, se saprete ricordare nelle scelte di ogni giorno, potrebbe essere la vostra salvezza".
Così papà Gianpietro ha lasciato i nostri ragazzi della Scuola Secondaria Collodi dopo averli incontrati, nella mattina del 4 Aprile, nella Sala teatro dell' Oratorio San Rocco.
Giampietro Ghidini è il papà di Emanuele (EMA), tragicamente scomparso a 16 anni nelle acque del fiume Chiese, a Gavardo, dopo una festa con amici più grandi di lui, durante la quale aveva fatto uso di sostanze stupefacenti.
Un papà che non si è risparmiato nel raccontarsi e nel raccontare quella sera per lui tragica e difficile e del suo percorso verso il perdono.
Circa 250 preadolescenti in silenzio, hanno seguito il racconto, attenti, molti commossi mentre diversi trattenevano a fatica le lacrime.
Ragazzi che era giusto coinvolgere perché non possiamo più girarci dall'altra parte e fare finta che i problemi riguardino sempre e solo gli altri.
Occasioni e incontri sbagliati cominciano presto e non è certo negando il problema che lo si affronta.
Siamo convinti che il modo migliore per gestirlo sia "far CONOSCERE per saper riconoscere" e dire di no.
L'associazione Amici della Collodi, vicina ai nostri ragazzi nei modi più diversi, questa volta ha voluto esserci per promuovere quest'evento di formazione e di dialogo per gli studenti .
"Ema Pesciolinorosso", fondazione nata dopo la morte di Ema, ha l'obiettivo di consegnare ai giovani qualcosa di profondo, di doloroso, ma che permetta loro di poter dire NO e salvarsi, perché Ema sia per tutti un martire di manipolazioni giovanili e non un esempio da seguire.
Le mani alzate non sono mancate, una voglia immensa di chiedere, di sapere, di consolare in fondo, quell' uomo che si è aperto in una maniera così intima davanti ai ragazzi presenti.
Gianpietro ha regalato loro dei braccialetti rossi che portavano stampato quel l'acronimo iniziale LeRiVe dove "LE" sta per LEGALITA' (e, mentre lo diceva, sullo sfondo c'era ancora quel bel disegno della legalità che ha accompagnato l'incontro degli adolescenti del mese scorso); "Ri" per rispetto del proprio corpo e dell'altro; e "Ve" sta per verità.
"Se, ad ogni possibile scelta che vi si pone di fronte, vi chiederete se rispetta queste tre parole, vi sarete già dati una risposta! Se saprete aggrapparvi ai valori giusti saprete salvarvi ". "Ricordate sempre" ha concluso Gianpietro " Non possiamo cambiare il nostro passato, ma possiamo decidere cosa fare del nostro presente e del nostro futuro".
Un papà con il fiato rotto e corto quello che parlava loro, con i sensi di colpa per aver visto e non aver fatto nulla e aver rimandato a domani.
Ma non c'è stato un domani. Un papà che a fatica si è perdonato.
Lui voleva essere un missionario e Ema ora lo sta aiutando a ritrovare quel suo sogno da bambino
"Non posso piu' salvare Ema, ma se ne salverò anche un solo ragazzo con questo mio incontro, Ema non sarà morto invano".